Autore: non identificato.

Datazione: post 1643

Il tema che lega sei delle sette raffigurazioni è stato recentemente individuato da Apolloni che le accosta ad alcuni ambienti dei giardini di villa d’Este a Tivoli. Probabilmente tale tema fu proposto da Mons. Antonio Barbieri che volle vedere affrescati nella sua villa i magnifici giardini romani, luoghi alla moda nel XVII sec.

All’interno di un solido impianto prospettico, le scene sono così disposte: a partire dall’angolo a nord-ovest e spostandosi in senso antiorario si trova la Scalinata con figure, il Tempio di Sibilla e la Fontana dell’abbondanza, due grandi Fontane con ruderi e verso il giardino la Fontana dell’Ovato. (1) (2)Di particolare rilievo è la seconda Fontana con ruderi nella quale compare lo stemma della famiglia Barbieri con i pesci. L’unica scena che si stacca dalla tematica dei giardini raffigura un colle con sulla sommità una fortificazione ed una piccola cittadina alla base: probabilmente è la raffigurazione della cittadina fortificata di Marostica, secondo l’ipotesi di Nicola Maino, nella quale sarebbe possibile identificare le mura, il castello inferiore, quello superiore e la chiesa dei Carmini.

Di particolare curiosità è la parte inferiore delle pareti, purtroppo fortemente danneggiata da infiltrazioni di umidità, sulla quale, poggiati sui gradini marmorei, si scorgono alcuni frutti: una mela, delle ciliegie, un topo che ruba una ciliegia, una rosa, una pera ed un tulipano. Sulla parte sommitale si affacciano alcuni animali di ambiente rustico ed esotico con probabile valenza allegorica (un tacchino, un gatto (3), un gallo, una coppia di colombi, un cane, una scimmia, un gufo, un pavone e due piccioni) e due putti reggenti l’uno una stella ad otto punte e l’altro un pesce: gli elementi costitutivi il vecchio blasone della famiglia Barbieri.